Articolo di Gabriella Maggioli e Annalisa Valeri
La necessità di strutturare progetti specifici per adolescenti nasce dall’incremento dell’uso di sostanze psicotrope nella fascia di età compresa fra i 15 e i 24 anni nella provincia di Rimini. I dati dell’Osservatorio di Rimini indicano che rispetto all’anno 2000 la percentuale dei giovani che affluisce ai servizi è aumentata fino ad arrivare ad un 2,3%. In questa popolazione la sostanza principale di abuso rimane l’eroina, seguita dalla cannabis. Anche il consumo di cocaina ha subito un incremento, passando dal 2,7% del 2003 al 19,5% del 2005.Questi dati fotografano solo in parte una realtà dove l’avvicinamento, la prova e il consumo di diverse sostanze psicoattive da parte degli adolescenti è molto più ampio.
Nell’esperienza maturata in questi anni all’interno di percorsi più strutturati come quelli comunitari ci siamo resi conto che l’adesione al programma e la permanenza nello stesso in questa particolare popolazione è bassa. Questo ci ha portato a riflettere e sperimentare percorsi più flessibili che potessero adattarsi alle esigenze degli adolescenti e delle loro famiglie, che tenessero conto della necessità di non sentirsi sradicati dal proprio tessuto sociale e famigliare e che potessero fungere, in alcuni casi, da fase propedeutica e motivazionale ad altri percorsi terapeutici.
Progetto per adolescenti e giovani presso il Centro Diurno
Il Centro Diurno è una struttura terapeutico riabilitativa semiresidenziale nata nel 1985 che si occupa di problematiche relative alla tossicodipendenza, alcoldipendenza e doppia diagnosi. Sono ammessi anche persone in trattamento metadonico e negli ultimi tempi sono stati inseriti anche pazienti con disturbi alimentari
L’équipe terapeutica, formata secondo la concezione operativa di gruppo è composta da uno psichiatra, due psicologhe, due educatori di cui uno professionale, tre capi settori lavorativi con una formazione specifica sulle problematiche trattate. C’è una attiva collaborazione con l’ASL di Rimini fin dalla fondazione del centro.
Il programma terapeutico, al quale si accede con la firma di un contratto che contiene le regole della terapia, può prevedere a seconda dei casi l’inserimento in uno o più di questi ambiti:
- in un settore lavorativo (serra, legatoria, porto). In ognuno di questi settori produttivi, il capo settore segue l’utente e partecipa a riunioni specifiche.
- nella mensa di mezzogiorno dove sono sempre presenti due operatori.
- nell’assemblea del lunedì che ha come compito la verifica delle regole e l’organizzazione del Centro.
- nel gruppo di psicoterapia del mercoledì che ha come compito “parlate di quelli che pensate siano i vostri problemi”
- nel gruppo di psicoterapia multifamiliare o negli incontri familiari
- In uscite domenicali e serali di tempo libero.
Il programma è personalizzato a seconda degli obiettivi concordati all’ingresso con l’utente, la famiglia e il servizio inviante. Il tempo di permanenza è definito in base al conseguimento di tali obiettivi e sono previsti strumenti di controllo e monitoraggio sull’uso di sostanze stupefacenti.
Quando il consumo di sostanze psicoattive, di alcool o la comparsa di un disturbo psicologico avvengono in età giovanile è assolutamente necessaria la partecipazione della famiglia e la non stigmatizzazione del ragazzo come tossicodipendente, alcolista o malato psichiatrico. A tale scopo ci sembra importante che il giovane possa continuare con le attività in cui era impegnato o essere accompagnato alla riscoperta delle sue potenzialità e risorse.
Il programma al Centro Diurno è compatibile con tali esigenze, perché permette al ragazzo di andare a scuola, frequentare corsi di qualifica professionale e nel pomeriggio di passare il tempo all’interno della struttura, partecipando ai gruppi terapeutici e alle attività quotidiane. L’ inserimento all’interno di un settore lavorativo, che è solitamente parte integrante del contratto terapeutico, infatti, può essere sostituita in parte o completamente con l’attività scolastica o formativa. In tal senso abbiamo attivato una collaborazione con alcuni enti di formazione di Rimini.
L’ uso del gruppo e dell’assemblea costituiscono uno strumento fondamentale, secondo la Concezione Operativa alla quale facciamo riferimento nel lavoro con gli adolescenti. Infatti questo periodo della vita è caratterizzato anche dalla ricerca del confronto con i pari da un lato e al conflitto o la fuga da quello con gli adulti dall’altro.
Fare gruppo consente di poter pensare prima di agire, di far circolare emozioni e desideri, di confrontarsi e discutere. L’assemblea che ha il compito di parlare dell’organizzazione del centro e delle regole, consente di far sentire i ragazzi protagonisti attivi e non fruitori passivi, rappresentando un luogo dove vengono prese in considerazione proposte e esigenze del singolo, del gruppo e dove si prendono decisioni. Strumenti di questo genere che promuovono autonomia e partecipazione sono sempre più assenti dalla vita quotidiana dei giovani.
Progetto di reinserimento protetto per giovani dopo un programma terapeutico residenziale
Abbiamo rilevato la necessità per diverse persone, una volta completato un percorso terapeutico residenziale, di poter continuare ad essere seguiti nella fase delicata di reinserimento sociale e lavorativo. A tale scopo il Centro Diurno ha messo a disposizione alcune camere, all’interno della struttura, dove gli utenti possono gradualmente venire ad abitare, seguendo le attività del centro. Gli obbiettivi sono quelli di permettere un impatto progressivo e protetto con il mondo esterno, l’osservazione di eventuali difficoltà e l’evitamento o il fronteggiamento di eventuali ricadute. Gli operatori in tal senso sostengono l’utente nell’affrontare gli ostacoli incontrati in questo periodo, lo aiutano nella gestione economica dei primi stipendi e lavorano al fine di favorire una buona separazione ed autonomia dalla famiglia d’origine e dalla struttura terapeutica.
Il gruppo terapeutico del mercoledì ha lo scopo di permettere l’elaborazione delle problematiche incontrate ed è aperto anche a persone esterne al programma. E’ molto frequente, infatti, che persone che hanno finito il programma terapeutico in passato o che hanno comunque avuto contatti con noi, si rivolgano alla struttura in momenti di difficoltà personale. La possibilità di partecipare al gruppo ha permesso a diverse di loro di non peggiorare le proprie condizioni e affrontare le ricadute. Il gruppo ha dunque un’ importante funzione di continuità terapeutica nelle varie fasi di cura del paziente.
L’idea che abbiamo è che il bisogno di contenimento, di controllo e la gestione dell’autonomia possano variare nelle diverse fasi del percorso, non seguendo sempre un ordine temporale preciso. Ci possono essere momenti in cui l’utente ha bisogno di maggiore contenimento, anche nelle fasi più avanzate del trattamento o senta la necessità di tornare in un ambiente mediamente protetto anche a distanza di tempo dalla fine di un percorso terapeutico. La possibilità di usufruire di vari strumenti (il pasto, i gruppi, la terapia familiare, il lavoro, ecc.) permette di calibrare gli interventi sui bisogni specifici.
Il lavoro con le famiglie
Il gruppo del lunedì, riservato ai familiari degli utenti, ha lo scopo di favorire il passaggio di informazioni rispetto alle problematiche dei figli e alla loro esperienza nel diurno, evitare l’isolamento in cui alcune famiglie cadono e rendere i genitori partecipi e consapevoli delle dinamiche relazionali e affettive alla base del processo di individuazione e separazione.
Oltre ad essere indicato per i familiari degli utenti in trattamento presso il Centro Diurno, la partecipazione a questo gruppo può essere utile anche ai familiari che necessitano di un sostegno laddove non ci sia ancora una motivazione sufficiente da parte del paziente o questo sia inserito in un programma terapeutico lontano dalla famiglia.
In questi anni abbiamo potuto osservare come la maggior parte dei familiari accettino il gruppo, partecipino attivamente e ne traggano giovamento. L’idea che ci muove al lavoro con le famiglie è che il sintomo rappresenta una comunicazione sulla situazione di blocco che la famiglia sta vivendo ed allo stesso tempo l’elemento da cui partire per il cambiamento. Il Centro non si propone quindi come “famiglia sostitutiva”, sapendo che l’utente ha bisogno di rimanere fedele alla propria famiglia e che l’individuazione non sarà armonica se la separazione avviene contro di essa, ma si pone in collaborazione come terzo vertice di un triangolo relazionale.
Caratteristiche dei programmi terapeutici
Come già detto, i percorsi terapeutici sono pensati a livello individuale per poter soddisfare gli specifici bisogni degli utenti.
Il programma terapeutico di base è quello del Centro Diurno, ma vengono attuate delle modifiche a seconda delle necessità.
Per un utente ad esempio, che all’interno delle attività lavorative previste dal programma aveva mostrato difficoltà lavorative e problemi di autonomia, abbiamo strutturato un percorso che prevede la frequenza ad un Corso di Qualifica per Termoidraulico per mezza giornata e per l’altra mezza giornata l’inserimento in un settore della Cooperativa.
I progetti di formazione e riqualificazione al lavoro ci sembrano molto importanti per utenti così giovani che spesso hanno alle spalle fallimenti scolastici e curriculum vitae poveri. L’ intenzione è quella di creare una rete sempre più ampia e attiva con enti di formazione del territorio riminese, servizi sanitari, centri di aggregazione per il tempo libero con cui realizzare percorsi che tengano conto delle diverse esigenze delle persone e della complessità del reinserimento nella vita sociale e lavorativa.
Abbiamo anche usufruito ampiamente del Centro per l’impiego di Rimini, per colloqui orientativi e di ricerca del lavoro.
Grazie alla rete strutturata con cooperative di inserimento lavorativo alcuni utenti hanno potuto fare esperienza di lavori remunerati al termine del percorso terapeutico. La precarietà tuttavia di queste esperienze con la conseguente interruzione e l’assenza di altre opportunità nell’immediato sono stati elementi destabilizzanti nel percorso stesso.
Per coloro che non provengono dal territorio di Rimini, abbiamo strutturato incontri familiari allo scopo di confrontarsi sulla scelta di allontanarsi dal territorio e dalla famiglia stessa, per permettere il confronto ed evitare fenomeni di delega o di sostituzione da parte nostra.
La presa in carico dell’intera famiglia, comunque, laddove sia possibile, è l’obbiettivo che ci poniamo.
Nel caso in cui l’utente scelga di tornare a casa il trattamento presso il Centro Diurno costituisce comunque un’ esperienza di autonomia e di individuazione dalla famiglia. Vivere da soli all’interno della struttura (gli operatori sono presenti solo in orari diurni e feriali), dover pensare alla spesa, alla gestione del denaro, alla ricerca del lavoro, alla creazione di una rete amicale e di svago è fondamentale per la crescita e la maturazione della personalità.
Valutazione soggetti inseriti nel 2006
Su un totale di 15 persone (capienza massima del Centro), dal gennaio 2006 a febbraio 2007 abbiamo ospitato all’interno del Centro Diurno 6 utenti, con un’età inferiore ai 25 anni, di cui 5 maschi ed 1 femmina.
L’età media è stata di 23 anni.
Le difficoltà per cui hanno intrapreso il programma terapeutico sono state quelle relative alla loro tossicodipendenza complicate, per il 33% di essi, da problematiche psichiatriche legate all’uso di sostanze stupefacenti.
Il 50% degli utenti hanno affrontato il percorso terapeutico con una modalità diurna, abitando con i propri genitori, mentre per l’altro 50% il Diurno è stato il proseguimento del programma terapeutico, dopo una fase residenziale presso la Comunità di Vallecchio. Per questi ultimi, che avevano fatto una specifica richiesta di non rientrare nella propria città di provenienza e nel proprio nucleo familiare, abbiamo strutturato un inserimento nelle attività diurne e un graduale passaggio all’abitare nella struttura stessa.
Valutazione outcome due casi
La ritenzione al trattamento è stata alta. Il 30% degli utenti è stato dimesso. In un primo follow up, dopo 6 mesi, un utente vive al di fuori del nucleo familiare e non è ricaduta nell’uso di sostanze. L’altro utente dopo un buon inserimento sia a livello lavorativo che amicale ha avuto un aggravamento delle problematiche psichiatriche in concomitanza con la fine di un’attività lavorativa. E’ stato poi seguito dal servizio inviante, al momento le sue condizioni sembrano essersi stabilizzate e ha ripreso un nuovo lavoro. Il 50% degli utenti sta completando la terza fase del programma e si accinge ad entrare in quella più delicata del reinserimento in cui dovrà confrontarsi con ritmi di vita più sciolti dalla struttura e verificare il livello di autonomia raggiunto.
Osservazioni conclusive
La valutazione dei trattamenti effettuati è ancora in corso. L’esperienza fin qui maturata ci fa pensare che il lavoro con gli adolescenti e le famiglie, con l’obbiettivo di un reinserimento sociale e lavorativo possa portare a risultati concreti. Un punto di forza del lavoro con i giovani al Centro Diurno è dato dalla necessità di costruire percorsi individualizzati a partire dalle situazioni specifiche con cui entriamo in contatto. E’ la prassi quotidiana che genera, nelle riunioni d’équipe, le riflessioni dalle quali nascono nuovi interventi in un processo circolare che si alimenta e che costituisce per noi un territorio di ricerca che una volta partito non si ferma. La possibilità di reinserire un giovane con le problematiche sopra descritte all’interno del territorio, strutturando progetti che mirano al potenziamento delle abilità lavorative, sociali e personali e alla non stigmatizzazione, che contribuisce a cronicizzare i disturbi, è per noi la spinta a proseguire questo lavoro, pur nella complessità e nella consapevolezza dell’assenza di risposte semplici e definitive.
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