Lo Stalking non è una diagnosi psichiatrica, in molti stalkers non si evidenzia una patologia mentale conclamata ,lo stalking pertanto si colloca nella zona grigia posta tra normalità del male e psicopatologia.
Una riflessione sullo stalking non può quindi essere condotta solo con categorie psichiatriche servono anche altri vertici di osservazione : la sociologia, la criminologia, la psicologia e ,all’ interno della psicologia , la psicoanalisi.
In questo mio intervento , utilizzerò soprattutto la psicoanalisi proprio per la capacità di questa disciplina di parlare sia della normalità che della patologia considerate come condizioni comunicanti tra loro e divise da una linea di confine a tratti sottile.
Lo stalking colpisce soprattutto le donne, l’ 80% delle vittime sono donne. Il significato originario del termine “Stalking” è importato dal linguaggio venatorio e indica l’appostamento, l’inseguimento furtivo della preda.
Lo stalker è un predatore e la donna diventa una preda, viene negata la possibilità per la donna di sottrarsi al desiderio maschile.
Esistono determinanti culturali, sociali ed anche biologiche per cui lo lo stalking riguarda prevalentemente comportamenti persecutori compiuti da uomini su donne,queste determinanti credo siano in buona sostanza simili a quelle per cui la maggioranza dei reati violenti è compiuta da maschi in prevalenza giovani .
Non credo che l’essenza dello stalking sia riconducibile ad uno specifico comportamento predatorio del’ uomo sulla donna, esiste anche lo stalking compiuto all’ interno dello stesso genere e, seppure raramente, da donne su uomini.
Lo stalker non riesce ad accettare che l’ oggetto del suo desiderio sia pienamente Altro da sé ,ossia una persona che costituisce un centro autonomo di iniziativa, dotata di libertà ,con il diritto di respingerlo rifiutarlo o ignorarlo. La psicoanalisi ci insegna che non è una operazione così semplice e scontata accettare che l’ altro sia tale, che non sia pronto a soddisfare i nostri bisogni ed i nostri desideri.
Secondo gli studi della Sezione Atti persecutori del Reparto Analisi Criminologiche dei Carabinieri gli stalker potrebbero inquadrarsi (a stretti, pragmatici fini di polizia) in cinque tipologie:
- il “risentito”, caratterizzato da rancori per traumi affettivi ricevuti da altri a suo avviso ingiustamente (tipicamente un ex-partner di una relazione sentimentale);
- il “bisognoso d’affetto”, desideroso di convertire a relazione sentimentale un ordinario rapporto della quotidianità; insiste e fa pressione nella convinzione che prima o poi l’oggetto delle sue attenzioni si convincerà;
- il “corteggiatore incompetente”, che opera stalking in genere di breve durata, risulta opprimente e invadente principalmente per “ignoranza” delle modalità relazionali, dunque arreca un fastidio praticamente preterintenzionale;
- il “respinto”, rifiutato dalla vittima, caratterizzato dal voler contemporaneamente vendicarsi dell’affronto costituito dal rifiuto e insieme riprovare ad allestire una relazione con la vittima stessa;
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il “predatore”, il cui obiettivo è di natura essenzialmente sessuale, trae eccitazione dal riferire le sue mire a vittime che può rendere oggetto di caccia e possedere dopo avergli incusso paura; è una tipologia spesso riguardante voyeur e pedofili.
Schematicamente credo si possa affermare che queste tipologie rimandano, chi più chi meno, a diverse “aree problematiche “ che appartengono sia alla normalità che alla patologia, sono :
l’ aggressività intesa come desiderio di impossessamento, la dipendenza affettiva, il narcisismo.
L’ impossessamento dell‘Altro
Molti psicoanalisti hanno teorizzato che già all’ inizio della vita il rapporto con l’ altro è sostanzialmente ambivalente, che è presente accanto ad una corrente affettiva caratterizzata da sentimenti di amore , riconoscenza e gratitudine, anche un’altra corrente affettiva caratterizzata da sentimenti di aggressività, da invidia, da desiderio di controllo e possesso.
L’ amore contiene una tendenza all’ impossessamento come è sintetizzato nel noto aforisma :
“Cara tu dici che ami i fiori e li strappi dai campi, dici che ami gli animali e te li mangi.
Cara, quando dici che mi ami, io ho paura!”
( Dino Ignani).
Anche se nell’aforisma è un uomo che esprime la propria paura, la tendenza all’ impossessamento sembra statisticamente potere diventare pericolosa quando riguarda il desiderio dell’ uomo verso la donna.
Il mito e la letteratura sono pieni di esempio, Don Rodrigo che rapisce Lucia , oggi sarebbe uno stalker, un persecutore,
Ancora più eloquente è il fenomeno degli Dei stalkers
Il più celebre è il padre di tutti gli dei: Zeus, che non si premurava certo di ottenere il consenso dell’oggetto delle sue passioni.
Ma voglio citare solo un mito molto bello e poetico : quello del rapimento di Proserpina ad opera di Plutone.
Plutone il Dio degli inferi concupiva la bella Proserpina figlia di Zeus e Demetra, ma lei lo rifiutava così Plutone comportandosi come uno Stalker la rapì brutalmente e la portò con sè nel triste e buio Ade. Demetra, la madre di Proserpina, addolorata e furente gettò la terra in un lungo inverno fino a quando Plutone non consentì a Proserpina di tornare libera sulla terra almeno per quattro mesi dell’anno: così si stabilì la ciclicità delle stagioni. Questo mito è raffigurato in una celebre statua del Bernini esposta a villa Borghese. Bernini era così bravo a scolpire che raffigura le dita nodose di Plutone che affondano nella coscia di Proserpina mentre la afferra. Il marmo sembra diventare carne.
Lo Stalking è espressione di una tensione verso l’ oggetto del desiderio che porta all’impossessamento.
Già due secoli fa Freud spiegava che la sessualità contiene l’ aggressività e che per arrivare ad un incontro amoroso è necessario un percorso maturativo che ponga l’ aggressività al servizio dell’ amore ( Freud diceva della Libido) e non viceversa .
Scriveva Sigmund Freud nel libro: “Il disagio della civiltà,,”
“l’uomo non è una creatura mansueta, bisognosa d’amore, capace al massimo di difendersi quando è attaccata; è vero invece che occorre attribuire al suo corredo pulsionale anche una buona dose di aggressività. Ne segue che egli vede nel prossimo non soltanto un eventuale soccorritore e oggetto sessuale, ma anche un oggetto su cui può magari sfogare la propria aggressività, sfruttarne la forza lavorativa senza ricompensarlo, abusarne sessualmente senza il suo consenso, sostituirsi a lui nel possesso dei suoi beni….”
C’è chi condivide e chi contesta questa visione dell’ uomo proposta da Freud che descrive l’ uomo come tendenzialmente egoista fino ad essere spietato. L’ educazione al rispetto dell’ altro deve fornire ,in questa visione dell’ uomo, dei freni inibitori , in assenza dei quali si manifesterebbe una sorta di tendenza naturale alla soddisfazione immediata degli istinti.
Per Freud vale la frase “ i buoni si limitano a sognare di notte ciò che i cattivi fanno di giorno”
Due elementi costitutivi nello sviluppo della personalità, che hanno a che fare con la morale, con l’ interiorizzazione delle norme, con la voce della coscienza e rappresentano dei potenti freni inibitori , sono il Senso di Colpa e la Vergogna.
Il Senso di Colpa di cui spesso si parla come di un ingombrante fardello è invece importantissimo per assicurare il reciproco rispetto. Se ci pensiamo è molto più efficace il Senso di colpa per prevenire condotte di Stalking , che non la vergogna , chi è frenato solo dalla vergogna può tranquillamente, maltrattare una persona , infierire sul partner fino a quando viene scoperto e smascherato , solo allora prova vergogna . Sentirsi in colpa invece impedisce di fare male all’ altro , comporta la capacità di preoccuparsi dell’ altro.
Ho avuto a che fare, in carcere dove svolgo consulenze psichiatriche, con detenuti per stalking, mi ha colpito che quando esercitavano i loro comportamenti persecutori non provavano senso di colpa, potevano invece provare vergogna, anche insopportabile quando venivano scoperti e smascherati.
Vale la pena ricordare che nel disturbo antisociale di personalità, che descrive il delinquente patologicamente incorreggibile, caratterizzato dal disprezzo patologico del soggetto per le regole e le leggi della società, da comportamento impulsivo, dall’incapacità di assumersi responsabilità e dall’indifferenza nei confronti dei sentimenti altrui , il dato psicologico fondamentale è proprio la mancanza del senso di colpa e del rimorso.
La Dipendenza Affettiva
Siamo esseri sociali, abbiamo bisogno dell ‘altro durante tutta la nostra vita. Siamo sempre dipendenti, dalle persone a cui vogliamo bene e che ci volgliono bene. Riusciamo a conquistare progressivamente durante la crescita una condizione di Autonomia.
Autonomia comporta autonomia di sé dalla persona amata e desiderata e accettazione della autonomia della persona amata e desiderata da sé.
Riuscire a d accettare l’ autonomia dell’ oggetto di desiderio, tollerare le frustrazioni e le delusioni, tenere assieme l’ immagine buona dell’ altro che ci dice di si e quella cattiva che ci dice di no, costituisce un traguardo evolutivo raggiungibile se l’ ambiente in cui si cresce è fondamentalmente un buon ambiente che permette di fare in prevalenza esperienze positive .
Esistono dipendenze buone, sane, e dipendenze affettive patologiche.
Le dipendenze affettive patologiche sono correlate da un fallimento delle prime fondamentali esperienze affettive che lasciano un senso di vuoto, mancanza di autostima, difficoltà nel prendersi cura di sè stessi, intolleranza alla solitudine.
La Dipendenza Affettiva non è troppo diversa da altre dipendenze patologiche rivolte ad una droga o all’ alcool, porta ad una dipendenza verso una persona di tale intensità che non se ne può fare a meno., la separazione causa una crisi d’ astinenza.
Un’unica relazione sentimentale può venire estremamente idealizzata, ci si “avvinghia come l’edera” al partner che diviene apparentemente l’unica motivazione di vita.
Ma gli intensi bisogni di Dipendenza affettiva possono essere negati in primo luogo a sé stessi, mascherati ad es. con il machismo. Nelle Dipendenze Affettive l’amore, inteso come mutuo scambio di affetti fra persone libere ed autonome può venire sostituito da una dinamica di potere molto forte, in cui ci si scambia i ruoli di Vittima e Carnefice .
Elevato è il rischio di creare una Codipendenza: spesso le persone che soffrono di Dipendenza Affettiva scelgono dei partners a loro volta problematici (con dipendenza da sostanze, dal gioco, dall’alcool etc.).
Il modo migliore per non occuparsi dei propri bisogni affettivi à quello di porsi come un Salvatore in grado di salvare l’altro dai suoi problemi.
Nella Dipendenza Affettiva si diviene dipendente dal comportamento dell’altro e contemporaneamente si cerca di controllarlo. La relazione diviene una gabbia, sempre insoddisfacente e spesso autodistruttiva.
A volte in modo evidente, a volte segretamente , nella Dipendenze Affettive domina la paura :
Paura di cambiare
Paura di perdere la persona amata
Paura di essere abbandonati
Paura della separazione, del distacco
Paura della solitudine .
Sono sentimenti che rimandano al bisogno che il bambino ha della mamma.
Il bisogno è intenso ,la paura si mescola a Gelosia e Possessività con relativo restringimento della vita sociale .
Se lo Stalking è sotteso da dipendenza affettiva,conserva l’ eco si una disperazione infantile, di una collera infantile per la mamma che abbandona, collera però che viene agita da un adulto, con conseguenza che possono essere gravi e pericolose.
Il caso di M. illustra come lo Stalking sia sotteso da desiderio di impossessamento non controllato da freni inibitori e da una dipendenza affettiva patologica che non permette la separazione
Ho conosciuto M. in Carcere dove era detenuto per omicidio, M era un giovane uomo che aveva ucciso , accoltellandola,la sua fidanzata perchè voleva lasciarlo. Prima l’ aveva minacciata, anche picchiata.
In carcere non esprimeva rimorso ne’ colpa, non provando questi sentimenti non riusciva ad accettare l’ idea di dovere scontare una pena. Si lamentava del carcere perchè ci si annoia, non si può disporre del proprio tempo, non si mangia bene..
M era stato abbandonato dalla madre quando era bambino. La madre aveva lasciato figlio e marito per andare a vivere con un nuovo compagno.
Possiamo pensare che l’ abbandono da parte della fidanzata avesse riaperto la ferita dell’ abbandono da parte della madre, che avesse riattivato rabbia e disperazione, che M avesse bisogni di dipendenza affettiva molto forti e di cui probabilmente non era consapevole.
M. era stato cresciuto dal padre ( considerato un uomo debole) e dalla nonna materna. Gliele avevano date tutte vinte, perchè “poverino aveva sofferto tanto a causa della madre cattiva”.
Sembra quindi evidenziarsi un Superio (il giudice interno) fragile, espressione di un ambiente familiare che non gli ha trasmesso la capacità di tollerare le frustrazioni, di accettare i no controllando la rabbia.
M. evidenziava anche problematiche connesse ad un’ altra area posta al confine tra normalità e patologia :
considerava la sua ragazza come la moto o come i vestiti ,qualcosa che gli apparteneva e che doveva rispecchiare il suo valore, doveva sostenere e confermare il suo narcisismo.
Il Narcisismo.
Chiarisco subito che esiste un narcisismo sano che ha a che fare con la consapevolezza delle proprie qualità, dei propri pregi e con la capacità di manifestarle serenamente senza provare vergogna e lascia l’ altro libero di rispecchiare o meno. Certo meglio se arrivano applausi ma sono ammessi anche i fischi.
Il narcisismo patologico è quello che come nel mito di Narciso ( il ragazzo che si innamorò della sua immagine riflessa nell’ acqua ) non cerca un altro con cui entrare in relazione ma chiede all’ altro di essere uno specchio che deve rimandare al narcisista l’ immagine di una persona bella, desiderabile, interessante, di fatto l’ altro deve essere in funzione del rispecchiamento del narcisista.
Un grande psicoanalista americano Kohut ha scritto che quando l’ altro viene meno alla funzione di specchio, il narcisista prova rabbia e desiderio di vendetta. Un esempio che ci fornisce Kohut è dato dalla caccia implacabile che il capitano Amab da a Mobby Dick , la balena bianca. Potremmo dire che Akab è stato un implacabile stolker per la balena Moby Dick.
Moby Dick per sfuggire ad una caccia di Akab gli aveva provocato la perdita di una gamba : metafora della ferita narcisistica ,dell’ affronto ,dell’ offesa .Da quel momento la balena bianca diventa una ossessione per il capitano che dedicherà tutta la propria vita, fino all’ autodistruzione, per catturarla, ucciderla, vendicarsi.
Se si legge il carteggio tra Mussolini e la Petacci nel periodo della disfatta del fascismo credo si possa trovare un altro esempio di rabbia che scaturisce dall’ offesa al narcisismo, ossia di rabbia narcisistica, è impressionante come nel carteggio il Duce non esprima un solo sentimento di colpa per le sofferenze del popolo italiano, non esprime compassione, ma solo sdegno e collera perchè il popolo irriconoscente non è è pronto a combattere per lui .
Il narcisismo porta a concepire l’ altro in funzione del rispecchiamento , l’ altro non può essere libero ed autonomo, non può andarsene così come uno specchio non può lasciare la parete a cui è appeso. Il narcisista ha bisogno che l’ Altro resti disponibile a confermare il suo valore, non può rinunciare alla conferma della sua identità e del suo valore che l’ altro deve fornirgli.
Se è possibile in poche tempo dare una prima idea di che cosa è il Narcisismo patologico è quasi impossibile in poco tempo spiegarne le cause, però ci provo.
L’origine non è tanto da cercare in genitori che hanno incensato troppo i figli o che li hanno viziati, ma in una carenza del rispecchiamento fatta dai genitori verso i figli quando erano piccoli. Cosa intendo per rispecchiamento ? Il volto dela madre è uno specchio per il bambino che gli permette innanzitutto di vedere sè stesso come una persona amata e dotata di valore
Ha scritto Virgilio nelle egloghe ;
a chi i genitori non sorrisero,
nessun dio lo degnerà della mensa,
nessuna dea del suo letto.
(Virgilio: Ecloga IV,vv 60-63)
è una frase potentissima, il poeta in poche righe condensa ed anticipa un sapere a cui si arriverà dopo secoli.
Molto schematicamente possiamo affermare che se il normale rispecchiamento non avviene , l’ individuo nella propria vita adulta avrà costantemente bisogno di cercare una conferma del proprio valore nell’ immagine di sè che gli rimanda un altro e chiederà al partner di svolgere questa funzione.
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Possessività ,dipendenza affettiva, narcisismo, sono aree problematiche della mente che quando diventano tropo grandi,pervasive e dominano il funzionamento mentale ( affettivo e cognitivo ) ed il funzionamento comportamentale e relazionale, danno origine a patologie psichiatriche definite Disturbi di Personalità e qui entriamo nell’ area della patologia mentale, così come viene descritta nei manuali di psichiatria.
I dati della letteratura specialistica indicano che tra gli stalkers che manifestano una patologia mentale conclamata predominano i Disturbi di Personalità ,seguono , staccate, le psicosi deliranti: ( i matti).
Al Disturbo Antisociale di Personalità ho giò accennato.
Voglio solo menzionare, il Disturbo Borderline : una complessa patologia psichiatrica la cui incidenza sembra essere così in aumento che si parla di “ epidemia borderline” tra gli aspetti che caratterizzano il Disturbo Borderline di personalità vi sono proprio :
-sforzi disperati di evitare un reale o immaginario abbandono
-impulsività
-rabbia immotivata ed intensa.
Questi tratti di personalità, nel Disturbo Borderline sono così costanti e pervasivi da essere tratti rigidi e disadattativi permanenti che segnano l’ intera esistenza.
Il Delirio
Tra i tanti tipi di delirio esiste il deliro erotomanico che consiste nella convinzione assoluta ed impermeabile alle verifiche che una persona sia innamorata del delirante.
Io ho una Stalker delirante , una mia ex paziente , inossidabilmente convinta che io l’ ami, ha una psicosi di tipo schizofrenico che comporta allucinazione uditive, lei sente la mia voce che le conferma il mio amore.
Per fortuna l’ unica manifestazione del suo stalking consiste in incessanti telefonate da cui riesco a difendermi grazie alla funzione filtro del telefonino.
Chiudo con qualche parola sulle vittime dello stalking
Che effetto provoca lo stalking su chi lo subisce ?
Si può andare dal malessere che non si esprime con sintomatologia di pertinenza psichiatrica, alla reazione ansiosa o ansioso-depressiva , fino al Disturbo Post Traumatico da Stress.
Un collega australiano, Meares afferma che le esperienze traumatiche subite si organizzano nella memoria in un Sistema Traumatico che viene attivato da nuove esperienze traumatiche e da stimoli che in qualche modo rimandano ai traumi precedenti. Questo è un modo elegante per afferrmare che l’ effetto di uno stalking subito sarà tanto più grave se “ piove sul bagnato”, se la persona che subisce lo stalking ha fatto altre esperienze in cui è stato vittima di soprusi i cui effetti sono tanto più gravi, persistenti, destabilizzanti ,quanto più era giovane ed immatura quando li ha subiti.
Il concetto del Sistema del trauma proposto da Meares mi piace molto, è semplice ed utile, è applicabile non solo alla vittima ma anche allo Stalker.
L’ ipotesi è che in chi ha subito traumi significativi , semplici no detti dal partner, normali mancanze di empatia, non accoglimento dei bisogni, riattivano il Sistema del trauma, la collera provata è rivolta non solo al partner ma anche verso le persone importanti del passato che sono state frustranti e traumatizzanti. L’individuo rivolge la collera verso la moglie che non lo capisce ma anche verso la madre che non lo ha mai capito,verso il padre che lo picchiava, in quel momento la collera contiene tutte le collere provate, come spiega Meares presente e passato si confondono.
Il Sistema del trauma viene allontanato dalla coscienza perchè fatto di ricordi dolorosi, di emozioni penose .Credo che venga rappresentato in quegli incubi dove bisogna lottare contro una entità malvagia e dove l’ unica relazione possibile è costituita dall’ odio e gli unici ruoli sono quelli di vittima o carnefice., non esiste perdono ne’ compassione.